mercoledì 12 gennaio 2011

AAA GIOVANI DIFENSORI CENTRALI ITALIANI CERCASI


Confortati dall’ormai imminente esplosione del miglior talento nazionale nel ruolo della sua generazione, quell’Andrea Ranocchia (1988) approdato all’Inter nel mercato di gennaio per ovviare all’assenza del lungodegente Walter Samuel e prossimamente una delle probabili colonne dell’Italia di Cesare Prandelli, possiamo azzardare un briciolo di ottimismo per quanto riguarda il panorama giovanile dei centrali difensivi e scorrazzando idealmente lungo la Penisola.

Certo, sono parecchio lontani i tempi in cui la nostra scuola produceva autentici fuoriclasse di livello mondiale (Alessandro Nesta e Fabio Cannavaro gli ultimi “cavalli di razza” del fertile vivaio azzurro che fu), ed i disastri agli Europei in Austria/Svizzera e in Sudafrica hanno rappresentato solo la punta dell’iceberg dopo inquietanti segnali di un presente fosco e povero di alternative credibili ai giganti del passato, ma nonostante tutto vogliamo sforzarci di ricercare spiragli di luce nel lavoro dei tecnici
nelle nostre scuole-calcio.


Aspettando con ansia la definitiva affermazione di Angelo Ogbonna (1988), 
il coetaneo Francesco Acerbi ed i più "verdi" 
Daniele Mori o il pescarese Marco Capuano
(meritano palcoscenici migliori della Serie B), possibilmente maggiore spazio
concesso  ai promettenti prospetti dalle squadre della Capitale 
(1991, ora all’Inter)  e Riccardo Brosco (1991, stessa fascia d'età 
di Michelangelo Albertazzi e Luca Caldirola, chiamati a riscattare 
le pessime esibizioni fornite agli Europei Under 19 di Francia 2010), 
puntando con fiducia e soprattutto sulla “generazione 1992” 
e i nomi di Emanuele Suagher, Simone Benedetti, Vincenzo Camilleri
Felice Natalino (adattabile da esterno, come il compagno Faraoni), 
Simone Sini, l'autoritario Luca Antei, in rampa di lancio 
dopo che quest'anno si sta proponendo come uno dei migliori in assoluto 
del Campionato Primavera nel ruolo, l’ottimo Michele Camporese
protagonista di eccellenti prestazioni in Serie A con la Fiorentina, 
ed il palermitano doc Giuseppe Prestia (classe ’93, 
corteggiato in più riprese dal Chelsea), confidando anche nella Lega Pro
magari nel sapiente lavoro di Zdeněk Zeman al Foggia 
con i due centrali provenienti dalle milanesi 
(Simone Romagnoli, 1990 – Michele Rigione, 1991), 
nel lancio definitivo al Benevento di Andrea Signorini (1990) 
o scommettendo ad occhi chiusi sull’approdo in categorie superiori di
Andrea Petta e Paolo Rozzio (entrambi 1992, 
Siracusa e Canavese  le squadre d'appartenenza: 
chi corre a prenderli fa un affare, per giunta  low-cost...
Ed occhio a Nicolò Curti, 1995, enfant prodige del Perugia), 
conservando qualche fiche da investire nell'avvenire
dei 1995 Alessio Romagnoli e Dario Del Fabro
o i 1996 Luigi Luciani, Marco Soprano e Nicolò Guiducci,
andiamo a conoscere due difensori centrali futuribili  (1993 e 1994).



Da sempre e nonostante l’attuale militanza in Serie B,
Torino ed Empoli rappresentano due assolute certezze 
nel panorama giovanile italiano, grazie all’incessante lavoro di scouting 
nelle proprie realtà territoriali e formazione tecnico-tattica 
dei ragazzi più interessanti; in quest’ottica, 
ecco due dei loro migliori prodotti sulla rampa di lancio.

MARCO CHIOSA (1993) - Torino FC


Mentre il succitato figlio d’arte Benedetti, potenziale erede dell’indimenticata bandiera Silvano che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta guidava da leader la retroguardia del Torino in Serie A, passava all’Inter nell’ambito di un intricato scambio di comproprietà con il serbo Alen Stevanovic, il fertile vivaio granata presentava Marco Chiosa agli albori del Campionato Primavera 2010-2011. Nato diciassette anni nel piccolo comune di Ciriè (distante 21 km dal capoluogo), l’anno scorso è stato uno dei leader degli Allievi Nazionali di mister Giovanni Zichella come centrale sinistro della terza linea, capace all’occorrenza di disimpegnarsi sulla fascia in alcune sporadiche occasioni.

Marco è stato buon protagonista nella 31esima edizione del “Memorial Maggiori-Righi di Borgaro Torinese dell’aprile scorso, rivelandosi uno dei migliori difensori del torneo con le discrete doti di esplosività che gli appartengono e gli consentono di avere pochi problemi a fronteggiare gli avversari nell’uno contro uno: dopo il pareggio con i ceki dello Sparta Praga (0-0) e la doppia vittoria ottenuta su Pro Collegno (2-1) e Palermo (2-0),
il Torino si è arreso solo in semifinale al Chievo Verona (0-2), prima di conquistare ai rigori il terzo posto finale in un acceso derby contro la Juventus (1-1 nei tempi regolamentari). Un torneo, una situazione equilibrata ed un avversario che l’allenatore ricordava bene, dato che qualche stagione fa gli stessi tiri dagli undici metri avevano condannato i suoi uomini a soccombere ai “classe 1981” bianconeri di un certo Gian Piero Gasperini e con un devastante Andrea Gasbarroni a menar le danze e dettare i tempi di gioco, mentre tra gli ’81-82-83’ allenati da Zichella c’erano futuri protagonisti di palcoscenici prestigiosi come Federico Balzaretti, Daniele Martinelli,
Emanuele Calaiò e Fabio Quagliarella: due squadroni, in buona sostanza.

Nel mese successivo, i granata hanno ottenuto un altro podio al “37° Trofeo Lascaris - Torneo Internazionale di Pianezza”, annuale manifestazione organizzata dal G.s.d. Lascaris, dominando il Girone A con un percorso netto (1-0 al Venaria, 3-0 al Ciriè nel “derby del cuore” personale di Chiosa, e secco 2-0 all’insidioso Spartak Mosca), prima di soccombere di nuovo al penultimo scoglio e con lo stesso punteggio (0-2, stavolta contro i futuri campioni dell’Atalanta), accontentandosi di liquidare la Canavese nella finalina (2-0, reti di Di Marino e D’Alessandro nella ripresa). La difesa del Toro è risultata essere difficilmente superabile anche in questa occasione, con Chiosa a guidare il reparto e davanti al pacchetto arretrato il mediano e capitano Daniele Milani; nel 4-2-3-1 di base, altri elementi di spicco nella stagione granata sono stati il portiere Alfred Gomis (fratello di quel Lys che si sta un po’ perdendo nelle sue insicurezze, dopo una ben più promettente carriera-baby), l’interessante terzino sinistro Gabriele Sampò (originario di Cuneo, convocato lo scorso
20 dicembre dal CT dell’Under 18 Alberigo Evani), il centrocampista Alessandro Barbaro, l’esterno destro offensivo Alessio Vita e l’attaccante
Eric Augusto Akassou, tutti nati nel 1993.

Il biondo Marco formava un’affidabile coppia centrale con il compagno Matteo Sinato, in una retroguardia che è risultata essere il punto di forza
per la costruzione di una bella annata, una delle meno battute in assoluto del Campionato Allievi 2009-2010: appena 12 reti subite in ventisei giornate, 
in tutti i gironi nazionali solo il Chievo (Girone C, 9 reti, ma giocando 
due partite in meno) e i futuri campioni d’Italia della Roma 
di mister Andrea Stramaccioni (Girone F, 11) hanno saputo fare meglio.

Il Torino ha dominato a sorpresa il Girone A, un’indiscussa e costante leadership contro avversari molto ostici e dai nomi altisonanti (la solita Juventus e il suo attacco atomico, e poi Sampdoria, Genoa, Cagliari), vincendo ben ventuno partite e concedendosi solo cinque pause
(due pareggi e tre sconfitte).

Approdati alla fase ad eliminazione diretta con i favori del pronostico, i giovani granata si sono sbarazzati nei sedicesimi di finale dell’Albinoleffe e grazie alle incursioni in area di Marco Chiosa, capace di andare in gol sia all’andata
(1-1 al ‘Comunale’ di Zanica, Bergamo, sabato 8 maggio 2010) che al ritorno
(2-1 e rete decisiva all’ “Agnelli”, dopo che i blu-celesti si erano portati in vantaggio nel primo tempo con Borlini: la firma del difensore è arrivata al 73’, dopo il momentaneo pareggio di Akassou). La cocente delusione sfiorata ha però presentato il conto nel turno successivo, dove un doppio pareggio con un avversario alla portata come il Padova ha condannato gli sfortunati granata ad abbandonare anzitempo la competizione. Bloccati sullo 0-0 all’Euganeo il 23 maggio, la settimana successiva il 2-2 casalingo ha assunto tutti i connotati di una beffa sportiva che solo questo sport sa regalare; gli scatenati ragazzi
di Zichella, infatti, partono in quarta e si illudono chiudere i conti con
Giorgio Fumana (altro prospetto scovato a dare i primi calci nell'A.S.D. Leinì Calcio, come lo stesso Chiosa ed il classe '95 Mattia Aramu) ed Emmanuel Quartsin, ma al 32' della ripresa restano in dieci uomini, e i cinici veneti
ne approfittano clamorosamente, pareggiando tra il 40' e il 42'!

Premiato con il riconoscimento di ‘Miglior Difensore’ del "23° Torneo Asti - Memorial Paolo Ferraris" lo scorso settembre, vinto proprio dal Torino in finale sul Novara, quest’anno Marco è stato aggregato alla Primavera di mister Antonino Asta, ex centrocampista di fascia originario di Alcamo e protagonista in campo in due riprese nelle domeniche passate dai tifosi sugli spalti del vecchio e odiato Delle Alpi (1997-2000 e poi 2000-2002,
dopo una breve parentesi con la maglia del Napoli). Probabilmente, il suo posto tra i ragazzi di Moreno Longo verrà preso dall'altrettanto autoritario Davide Cinaglia, romano sbarcato in Piemonte la scorsa estate.

La stagione non è cominciata sotto una buona stella, nonostante sia stato schierato subito titolare nella prima giornata del Girone A, l’11 settembre in casa del Livorno, vicino all’altro centrale Filippo Scaglia, con Federico Brusa preferito ad Gomis tra i pali, una linea a quattro completata da capitan Gabriele Franchino e Nicolò Sperotto, trio di centrocampo formato da Vita, Milani ed Alessio Ippolito e tridente con Pierpaolo Taraschi ed il neo-arrivato Gabriele Pinelli esterni vicini al centravanti, Gianmario Comi, vista l'indisponibilità del fantasioso Umberto Miello. Il risultato è infatti stato
una benaugurante vittoria 1-2, ma i granata piemontesi hanno dovuto soffrire parecchio, giocando settanta minuti in inferiorità numerica per un fallo ingenuo da ultimo uomo dello stesso Marco al 20’ del primo tempo.

In seguito a quell’incidente di percorso, molto probabilmente dovuto all’emozione dell’esordio, Chiosa ha acquisito sempre maggior sicurezza, mettendo insieme altre sei presenze e malgrado sia uno dei più giovani difensori in rosa: ad oggi, il Torino occupa la quarta casella in classifica,
a soli due punti di distacco dalla Juventus e tre dalla coppia di testa
Genoa-Fiorentina. Il ragazzo deve sicuramente crescere parecchio, soprattutto dal punto di vista della concentrazione lungo l’arco dei novanta minuti, ma è dotato di interessante tecnica di base e discreta visione di gioco: un buon regista difensivo, in prospettiva.

Lassù in Piemonte, nella rosa dei classe ’96 quest’anno sembra spirare una strana aria dei tempi che furono, dato che uno dei tre portieri risponde al nome di Nicholas Lentini, primo figlio del grande Gianluigi e della modella svedese Alessandra Karlsson. Nato il 20 agosto 1996, rappresenta un curioso legame col passato, nonostante l’evidente differenza di ruolo rispetto all’illustre genitore; chissà che in quest’ottica un po’ da “revival”, Marco Chiosa
non possa diventare per i tifosi granata il nuovo Roberto Cravero…


DANIELE RUGANI (1994) - Empoli FC


Il vivaio dell’Empoli è una delle più produttive fucine di talenti nazionali, una realtà ormai consolidata anche a livello continentale. Appena due anni fa, secondo uno studio commissionato dal Settore Tecnico di Coverciano e dati statistici alla mano, la lungimirante società toscana risultava ai vertici delle classifiche più prestigiose: quinto posto tra le squadre col maggior numero di calciatori provenienti dal paese d’origine nei cinque campionati europei più importanti (Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Germania), quarto nel Vecchio Continente per numero di calciatori prodotti dal vivaio nella ‘rosa’ della prima e, dulcis in fundo, il diciottesimo settore giovanile più prolifico del mondo. In patria era superato soltanto da Atalanta, Roma e Milan, ma la cifra più rilevante è che dietro al club azzurro c’erano squadre come Ajax, Arsenal, Boca Juniors, River Plate...

Un autentico fiore all’occhiello, da esibire con orgoglio per il giovane presidente Fabrizio Corsi, alla guida del club dal 1991 e uno dei fautori più convinti di una strategia dirigenziale che porta ogni anno ad investire nel settore giovanile il 15-20 % delle uscite registrate in bilancio. 
Nell’ambito di questa politica ormai ventennale magari non saranno arrivati titoli in bacheca da collezionare (per quanto rimanga indelebile la stagione 2006/2007, chiusa al settimo posto con il bottino-record di 54 punti e la prima storica partecipazione alla Coppa UEFA dell’anno successivo, dopo aver centrato anche il miglior risultato di sempre in Coppa Italia, i quarti di finale), ma resta la certezza di una Scuola Calcio che accoglie oltre duecento ragazzi, selezionati per le varie categorie d’età e che vivono di base a stretto contatto con la Prima Squa­dra presso il Centro Sportivo di Monte­boro, una struttura davvero all’avanguardia. Quasi tutti questi giovani sono provenienti dal bacino toscano (Pisa, Lucca, Massa e Livorno le province più gettonate), mentre una quindici­na sono gli empolesi “purosangue”.

Tra quelli scovati con il solito acume nelle realtà territoriali circostanti, 
uno dei più promettenti sembra essere il difensore centrale Daniele Rugani
nato il 29 luglio di sedici anni fa e già nell’orbita delle Nazionali Under.

Originario di Sesto di Moriano, questa promessa fisicamente molto prestante fu notata nell’Atletico Lucca, dove spiccava per le doti di anticipo e l’umile predisposizione al lavoro di gruppo. Portato all’Empoli nel 2004, 
Daniele non ha dimenticato le sue radici: la mattina dello scorso Natale,
 infatti, si è presentato al campo sportivo ‘Henderson’ per ricevere una targa commemorativa e consegnare a sua volta una maglia azzurra
festeggiando la convocazione del CT dell’Under 17 Pasquale Salerno 
per il "XXIII° Memorial Valentin Granatkin"
torneo internazionale appena conclusosi a San Pietroburgo.

L’avventura azzurra non è stata granché foriera di risultati eclatanti: i ragazzi si sono infatti classificati ottavi ed ultimi nella graduatoria finale, ottenendo però una prestigiosa vittoria 2-0 contro i padroni di casa della Russia, favoriti alla vigilia per il successo. In realtà, c’è una spiegazione piuttosto semplice: 
il Commissario Tecnico ha deciso di portare con sé la compagine più giovane dell’intera manifestazione, scegliendo consapevolmente di schierare ragazzi nati nel 1994 contro avversari di un anno più grandi (Under 18), e sappiamo bene quanto possano pesare anche pochi mesi d’esperienza a questi livelli. 
Il torneo è stato considerato una tappa d’avvicinamento alla ben più importante Fase Elite della prossima primavera, quando gli azzurrini cercheranno di ottenere il pass per la Fase Finale degli Europei di Serbia 2011.

Un test dunque probante per l’Italia, che per giunta ha presentato il più giovane partecipante in assoluto, il classe ’95 Lorenzo Tassi, il quale nonostante la differenza d’età si è aggiudicato con merito il premio 
‘Petr Dementiev’ come "Best Technique Player", assegnato dagli addetti ai lavori al più futuribile tra tutti gli atleti visti in campo nelle sedici partite complessive della competizione. Oltre al talentino del Brescia ambito dalle “grandi” e il romanista Valerio Verre, uno dei migliori della spedizione è risultato essere proprio Rugani, malgrado la retroguardia abbia spesso sbandato di brutto sotto i colpi avversari e a causa di evitabili errori figli di eccessivo lassismo e deconcentrazione. Il suo numero sei, infatti, si è visto far capolino nella formazione titolare in tutti i quattro match, con tanto di premio da MVP conquistato dopo il pesante rovescio 0-3 contro i futuri campioni della Finlandia e il gol che ha aperto le marcature coi russi al 10’ del primo tempo; ha dimostrato anche duttilità, adattandosi a sopperire all'assenza del compagno Akrapovic sull'out mancino (rottura del setto nasale per lui, nel match d'esordio contro la Lettonia) e schierarsi come terzino sinistro.


Ad ogni modo, per Daniele si è trattato del secondo gol in maglia azzurra: 
nel Girone Eliminatorio sulla strada verso Serbia 2011 dello scorso ottobre, il giovane centrale è stato protagonista nel percorso netto dell’Italia (Gruppo 9: punteggio pieno dopo l’1-0 a Cipro, il 3-2 alla Slovenia e il 2-1 alla Francia), siglando al 24’ il momentaneo pareggio contro gli sloveni, con un perentorio stacco sugli sviluppi di un calcio d’angolo e prima che Monachello ed Abbracciante chiudessero definitivamente il conto. Tra due mesi, i nostri ragazzi cercheranno di avere la meglio contro Slovacchia, Scozia e Repubblica Ceca, insidiose avversarie nel Gruppo 1 della Fase Elite. Rugani avrà sicuramente modo di rimpinguare il suo bottino di diciotto maglie azzurre complessive (nove con l’Under 16 ed altrettante con l’Under 17).

Oltre alla bravura negli inserimenti in area avversaria per svettare dall’alto 
dei suoi 188 centimetri sui calci piazzati, il ragazzo è dotato di un ottimo fisico per la sua età, mentre deve affinare maggiormente il bagaglio tecnico nella gestione del gioco palla al piede a partire dalle retrovie, oltre ad acquisire maggiore velocità per adattarsi alle lunghe leve. Ad ogni modo, le sue apprezzabili doti di lettura del gioco e la naturale attitudine all’apprendimento lo rendono un prospetto su cui poter lavorare con fiducia e costrutto.

Daniele Rugani è reduce da un bel biennio con i Giovanissimi Nazionali dell’Empoli sotto gli ordini di mister Mario Cecchi, una squadra che ha sfiorato una storica impresa giusto una ventina di mesi fa.

Nella stagione 2008-2009, infatti, arrivò ad un passo dalla conquista del primo Scudetto Giovanissimi e secondo assoluto nella storia del calcio giovanile empolese, ancora fermo all’indimenticabile impresa della vittoria nel Primavera 1998/99. Dopo l’ottima finale conquistata al 1° “Trofeo Junior - Coppa Nedo Bresciani”, organizzato per ricordare il grande dirigente del Cgc Viareggio scomparso nel 2001 e disputato allo Stadio dei Pini (16-20 Febbraio 2009, sconfiggendo tra le altre la Fiorentina in un derby combattuto) nell’ambito della più celebre “Coppa Carnevale” riservata ai Primavera, 
i ragazzi dominarono il Girone E Regionale (ben 73 punti inanellati, tredici in più della più diretta inseguitrice, il Siena), e si arrampicarono sorprendendo tutti gli addetti ai lavori sino alla Finale Nazionale, disputata a Pagani (provincia di Salerno) il 19 giugno. Purtroppo Matteo Ricci, Rugani, Hygaj, Lorenzo Tempesti e gli altri dovettero arrendersi alla cinica Inter di mister Salvatore Cerrone, vittoriosa 1-0 e solo grazie ad un gol del subentrato 
Yago Del Piero nella seconda frazione dei tempi supplementari, che consegnò ai nerazzurri un titolo mancante dal 2006, lasciando all’Empoli gli onori delle armi in un’altra finale sfumata sul più bello, dopo la sconfitta nella stagione precedente per mano dell’Atalanta e sempre all’ultimo atto.

L’anno scorso Daniele è stato promosso negli Allievi 2009-2010
artefici di una bella cavalcata nella stagione regolare. Dopo aver dato spettacolo nei sedicesimi di finale (Rimini battuto sonoramente sia 3-1 a domicilio che 4-2 al 'Monte­boro'), la corsa degli 'Azzurri' si è bloccata agli ottavi contro una tosta Reggina, capace di strappare un pareggio esterno 
(1-1, 23 maggio 2010) prima di meritarsi l'1-0 al 'Campo S.Agata 3' 
nella settimana successiva e l'accesso tra le prime otto squadre d'Italia.

In questa stagione Rugani è diventato il capitano
 al centro della difesa negli Allievi Nazionali dell’Empoli, guidati in panchina da coach Martino Melis e leader nel Girone E insieme al Grosseto. La speranza dei tifosi ‘Azzurri’ è che possa crescere ulteriormente in quell’ideale ambiente per i giovani calciatori in formazione che distingue da anni la cittadina toscana, magari senza subire ulteriori “scippi” dall’estero e più precisamente dal vorace Manchester United, 
i cui tentacoli si stavano avventando sull’attaccante Manuel Pucciarelli 
(classe ’91) dopo aver già “rapito” il promettente difensore Alberto Massacci, nato nel 1993 e militante allora proprio nella formazione Allievi.

Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

6 commenti:

  1. ValerioG:

    oggi debutto in Nazionale per Ogbonna:
    mi ha fatto una buona impressione,
    un po' impacciato quando c'è da gestire
    il pallone e passarlo, ma buona velocità
    ed ottimo in marcatura

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  2. SIMONE:

    SONO D'ACCORDO CON TE, VALERIO -
    SPERIAMO CHE QUESTI GIOVANI CRESCANO IN FRETTA,
    CHIELLINI ORMAI NON NE IMBROCCA MEZZA
    E BONUCCI SI E' UN PO' FERMATO DOPO LE BUONE COSE
    DI BARI - PAOLO CANNAVARO E ASTORI
    MERITEREBBERO MAGGIOR CONSIDERAZIONE SECONDO ME

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  3. SIMONE:

    A PROPOSITO DI GIOVANI, MI PIACE ANCHE
    MARCO CAPUANO DEL PESCARA, CREDO SIA DEL 1991 -
    PENSAVO PREFERISSE FARE IL TERZINO SINISTRO,
    MA STA FACENDO MOLTO BENE DA CENTRALE
    SIA CON L'UNDER 21 CHE CON IL PESCARA DI ZEMAN,
    CHE E' DAVVERO BRAVO A FORMARE I GIOVANI -
    ANCHE IL ROMAGNOLI CITATO IN QUESTA SCHEDA
    NON E' MALE, POI MI SEMBRA ANCHE UN RAGAZZO
    UMILE E CON LA TESTA SULLE SPALLE, MI PARE
    STUDI FILOSOFIA ALL'UNIVERSITA',
    UN SINTOMO DI MATURITA' E ASSENNATEZZA

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  4. Suagher è in prestito al Tritium,
    la sorpresa più bella della Lega Pro 2011/2012

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  5. con il maestro Zeman, Romagnoli e soprattutto
    Marco Capuano (seguito da Napoli e Roma, pare)
    stanno vivendo una grande stagione di crescita.

    Per giunta, il boemo sta rilanciando anche
    Riccardo Brosco, che a Trieste si era perso
    a dir poco. Speriamo bene.

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  6. bravi a segnalare il mio compaesano
    Nicolò Curti, il nuovo Nesta del mio Perugia!

    Per lui si sta scatenando un'asta tra Roma
    (che sembrava favorita) e Juventus (che pare
    adesso se lo possa assicurare per gennaio)

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