sabato 11 giugno 2011

Esterni difensivi destri: HUGO MALLO NOVEGIL (1991) - Spagna

C'è un tormentone molto gettonato
che comincia a risuonare ogni qual volta ci si affacci
alle svariate finestre di calciomercato
lungo il corso delle stagioni agonistiche:
la penuria ormai atavica di esterni affidabili,
in particolar modo per quanto concerne quegli imprescindibili
“laterali di spinta” posti tatticamente
agli estremi della linea difensiva,
giocatori polivalenti capaci di macinare chilometri
sulla propria fascia di competenza per supportare la fase offensiva
e allo stesso tempo incaricati di assicurare
un contributo significativo in copertura,
bravi nelle sovrapposizioni quanto nelle diagonali di rinculo.

Oggettivamente, non è affatto impresa agevole per i direttori sportivi nostrani scovare figure così ambite, e giustamente chi ha in casa i tesori più preziosi se li tiene ben stretti, al massimo pretende cifre spropositate rispetto all’effettivo valore del giocatore, tanto da esser spesso costretti a travalicare i confini continentali e setacciare alla bisogna il ricco panorama sudamericano, col risultato di imbarcarsi in aste ultra-milionarie per il presunto “nuovo Cafu” 
o “heredero de Roberto Carlos” di turno (Idee Mancine), 
come se fosse possibile clonare fuoriclasse del recente passato 
solo grazie agli stampini affibbia-etichette di procuratori (imbonitori?...)
in vena di eccessivo ottimismo.

Eppure, se si ha voglia di rischiare modiche cifre e proporre alla propria piazza nomi meno altisonanti rispetto ai “soliti noti”, il mercato europeo offre ancora alternative credibili in ambito giovanile, per quanto a nostro avviso la strada maestra debba essere sempre quella di allevare in casa i protagonisti del futuro, investendo maggiormente nei vivai… ma questo è un altro discorso, purtroppo. Pensando alla fascia destra, balzano subito alla mente nomi ormai conosciuti come quelli di Andreas Beck (1987, Germania), Gregory Van der Wiel (1988, Olanda), gli inglesi classe ’90 Kyle Walker e Martin Kelly, il gallese Adam Matthews (1992, già prelevato dal Celtic Glasgow) e perché no lo sfortunato danese Anders Randrup (1988, tanti infortuni a frenarne la crescita), l'israeliano Dor Malul (1989, vicino all'approdo in Belgio, sponda Beerschot AC, in prestito dal Maccabi Tel Aviv e con opzione sul riscatto), 
lo svizzero Philippe Koch (1991, Zurigo: farà parte della spedizione elvetica Under 21 negli Europei di categoria) e i suoi coetanei dalla Francia
(Loic Nego, svincolatosi dal Nantes e vicino alla Roma) o dalla Spagna (Martín Montoya, ennesimo prodotto in rampa di lancio da La Masia), 
ma le future cronache di mercato potrebbero cominciare ad occuparsi 
con maggiore insistenza anche dell’altro iberico
Hugo Mallo Novegil (1991) del Celta Vigo,
prospetto ventenne con ampi margini di miglioramento
e senz’altro più economico di alcuni succitati omologhi nel ruolo.


nome: HUGO
cognome: MALLO NOVEGIL

data di nascita: 22 giugno 1991
luogo di nascita: Marín, Pontevedra
[Comunidad Autónoma de Galicia - SPAGNA]

ruolo: DIFENSORE ESTERNO
piede preferito: destro

Altezza: 173 cm
Peso: 69 kg

Squadra attuale: REAL CLUB CELTA DE VIGO S.A.D.
[Liga Adelante - Segunda División de España]
Numero di maglia # 2

Mossi i primi passi nella natìa Galizia, dapprima negli Infantiles dell’E.F. Porvir e successivamente nel Pontevedra Club de Fútbol, viene selezionato dagli osservatori dei ‘Los Celtiñas’ ed aggregato in quella prolifica cantera il 30 novembre 1999, a seguito di un provino molto soddisfacente e nonostante sia ancora poco più che un bambino. Ragazzo serio e professionale, con l’apprezzabile dote di predisporsi umilmente ai consigli dei tecnici nelle giovanili, durante il percorso di formazione nel club si fa notare appena diciottenne dall’allenatore Eusebio Sacristán Mena, che decide di aggregarlo alla Prima Squadra nell’estate del 2009 
con lo scopo di fargli acquisire preziosi gettoni di esperienza nelle amichevoli della pretemporada.

La fiducia del pluri-decorato ex-centrocampista di Valladolid, Atlético Madrid, Barcellona e lo stesso Celta Vigo (543 partite disputate in carriera nella Primera División, un bottino che lo pone al secondo posto in assoluto nella storia della massima divisione iberica alle spalle di Andoni Zubizarreta) nelle qualità del ragazzo è talmente incondizionata da portarlo ad avallare senza remore la decisione del presidente Carlos Mouriño di mettere sul mercato il ben più esperto Edu Moya, che vivrà una contraddittoria situazione da separato in casa sino alla cessione all’ Hércules CF e dopo uno spiacevole contenzioso economico esposto all’AFE (Asociación de Futbolistas Españoles) insieme ai compagni Notario, Peña, Rubén e Fajardo ai danni della società galiziana. Eppure questa situazione turbolenta pare non scalfisca affatto la personalità di Hugo Mallo, bravo a non farsi schiacciare dalla pressione delle aspettative sul suo conto e molto convincente nelle occasioni in cui viene chiamato in causa, dimostrandosi pronto a giocarsi le sue carte nella stagione alle porte con il neo-acquisto portoghese Vasco Fernandes, l’altro terzino destro nella rosa 2009/2010.

L’esordio in partite ufficiali non tarderà certo ad arrivare: il 29 agosto 2009, nella sfida casalinga contro il CD Numancia valevole per la prima giornata della Segunda División, l’infortunio prematuro dell’esterno sinistro e giovane bandiera degli ‘olívicos’ Roberto Lago Soto convince il coraggioso mister a gettarlo nella mischia ad inizio ripresa. Il match si chiude con un’inopinata sconfitta (1-2), ma la capacità di repentino adattamento sull’out mancino denotata dal giovane Hugo non passa certo inosservata, lasciando intravedere quella preziosissima duttilità su entrambe le fasce che gli garantirà un minutaggio via via più elevato nel prosieguo del campionato. Subodorata la possibile esplosione del ragazzo, la dirigenza si era affrettata la settimana prima ad offrirgli un nuovo contratto da professionista con scadenza nel 2013, cautelandosi con l’inserimento di una clausola rescissoria pari a 10 milioni di euro per scongiurare eventuali tentazioni di squadre più blasonate.

Messi insieme altri due subentri a partita in corso nei successivi impegni in calendario (doppio pareggio, 1-1 contro UD Salamanca e Levante),
Hugo si guadagna con merito maggiori spazi e diventa uno dei più coccolati dal pubblico assiso sugli spalti dell’Estadio Municipal de Balaídos.
Inoltre, tre giorni dopo il debutto con i ‘Numantinos’, è in campo dall’inizio per il Secondo Turno della Copa del Rey al cospetto del Real Unión
(2-1, doppietta del trequartista Roberto Trashorras), passo inaugurale di un sorprendente cammino in cui il Celta Vigo si spingerà sino ai quarti di finale come unica rappresentante della seconda divisione nazionale. Suggestivo e senz’altro clamoroso nell’esito si rivela il rendez-vous agli ottavi tra i ‘Los Celestes’ e il Villarreal; all’andata del 6 gennaio 2010, le fasce della terza linea nell’undici schierato da Eusebio sono presidiate dai concittadini Hugo Mallo e Víctor Vázquez Rosales (1989, al debutto assoluto in Prima Squadra), posti ai fianchi del venezuelano Andrés Túñez e il catalano Jordi Figueras. La solita zampata di Giuseppe Rossi e il colpo di testa del subentrato Arthuro allo scadere della prima frazione fisseranno il punteggio sull’1-1, ma sarà comunque un’Epifania da ricordare per la coppia marinense, affiatata dentro e fuori dal campo. Un penalty trasformato al novantesimo dal numero dieci Trashorras affonda a domicilio ‘El Submarino Amarillo’ nel retour-match del Madrigal, regalando al Celta il prestigioso approdo al turno successivo, laddove le reti di Diego Forlán e Tiago (0-1 e 1-1) si riveleranno decisive per l’Atlético Madrid futuro finalista.

Nonostante l’anonimo dodicesimo posto in classifica, figlio anche di una preoccupante anemia offensiva (terzo peggior attacco del campionato, appena trentotto le reti realizzate nelle quarantadue giornate, a fronte della sesta difesa meno perforata), la positiva annata d Hugo Mallo (30 presenze complessive, 25 in Liga Adelante e 5 nella coppa nazionale) si chiude con lo scontato riconoscimento locale di "Mejor Deportista Marinense del Año" e la sospirata convocazione nella Spagna Under 19, impegnata in Francia negli Europei di categoria con una rosa zeppa di talenti molto più noti come Iker Muniain, Keko, Thiago Alcantara, Sergio Canales, Oriol Romeu, Koke, Rubén Rochina, Ezequiel Calvente… Il CT Luis Milla Aspas gli concede solo una apparizione, proprio quando le scatenate e un po’ spocchiose ‘Furie Rosse’ si divertono ad impallinare l’inguardabile retroguardia dell’Italia di Massimo Piscedda (netto 3-0 ed errori imbarazzanti per gli spaesati centrali azzurri) 
per stravincere il Gruppo B a punteggio pieno, dato che nel suo ruolo preferisce affidarsi alla maggior esperienza internazionale del barcelonista Martin Montoya. La pericolosità del capocannoniere Daniel Pacheco 
ed il graffio di Rodrigo Moreno non bastano però agli iberici nell’ultimo atto del 30 luglio per aver ragione dei padroni di casa, bravi a ribaltare il punteggio nella finale allo Stade Michel d'Ornano di Caen e bissare così il titolo conquistato nel 2005 in Irlanda del Nord. In agosto, il gruppo si ritroverà 
in Colombia per i Mondiali Under 20.

Tornato all’ovile da vice-campione d’Europa Under 19 in carica, per quanto spettatore non pagante più che protagonista, Hugo Mallo trova il nuovo allenatore Francisco 'Paco' Herrera Lorenzo ad accoglierlo, ed una dirigenza ormai sempre più determinata nell’affidargli le chiavi del ‘lado derecho de la zaga’, tanto da non riscattare il prestito e rispedire al mittente (Leixões SC ) senza rimpianti il lusitano Vasco Fernandes. Malgrado due fastidiosi infortuni invernali, il ragazzo conferma definitivamente tutte le sue qualità, incoraggiando il mister a sbilanciarsi e definirlo senza reticenze “el mejor lateral de la categoría”. Esterno basso velocissimo in progressione, il suo fisico minuto ma compatto non gli impedisce di poter contare su una discreta forza fisica nei contrasti, anche grazie alla naturale intelligenza tattica con cui riesce a tener testa ad avversari più prestanti. Furbo e smaliziato per l’età, sul fronte offensivo puo’ offrire una rispettabile tecnica di base, che lo spinge a proiettarsi in avanti con coraggio alla ricerca del cross giusto per i compagni, senza trascurare la buona capacità nei tiri dalla media distanza. 
In quest’ottica, puo’ e deve comunque accrescere il suo bagaglio, garantendo un maggior contributo in termini di assist e finalizzazione personale, verosimilmente in rapporto alla graduale crescita di fiducia nei propri mezzi.

Il vero punto critico sul potenziale del giovane risiede più che altro nell’ambito disciplinare, dato che la sua antipatica abitudine di protestare in maniera accorata e l’aggressività con cui effettua alcuni interventi difensivi costringono i direttori di gara a sanzionarlo frequentemente: ventidue cartellini gialli e due espulsioni in un biennio costituiscono un poco invidiabile bottino, senz’altro uno spigolo da smussare al più presto. D’altronde, se vuole davvero dimostrare di meritarsi i frettolosi accostamenti di alcuni osservatori ai migliori laterales nella recente storia dei Celtiñas (“el nuevo Míchel Salgado”“el heredero de Jorge Xurxo Otero”: la malattia dei paragoni semplicistici contagia un po’ tutti, a quanto pare…), deve auto-disciplinarsi ed imparare dai propri errori.

I facili entusiasmi galiziani non sono comunque da biasimare: a seguito della retrocessione di quattro anni fa, le ultime tre disgraziatissime annate e la contemporanea crisi finanziaria nelle casse societarie avevano portato alla depressione sportiva un po’ tutto l’ambiente, e solo in questo 2010-2011 il Celta Vigo è tornato a competere in posizioni più consone alla sua tradizione. Il 4-2-3-1 disegnato da Paco Herrera ricorda ai nostalgici la struttura tattica della splendida squadra che incantò il Vecchio Continente a cavallo tra la fine degli Anni Novanta e il subentrare del nuovo millennio, per quanto sia impossibile avvicinare anche solo lontanamente la qualità degli interpreti di quel periodo. Indelebili agli occhi degli appassionati di questo sport le gesta dell’EuroCelta di Víctor Fernández, capace di proporre il miglior calcio continentale (memorabili le imprese contro il Liverpool, un 7-0 al malcapitato Benfica, il 4-0 alla Juventus di Carletto Ancelotti vittoriosa all’andata, uno sfortunato derby di UEFA con il Barcellona nei quarti di finale 2000-01 tra 
le altre) grazie ad un collettivo in cui spiccava il geniale direttore d’orchestra russo Aleksandr Mostovoj, e un supporting-cast d’eccezione costituito dal connazionale Valerij Karpin, la diga mediana Claude Makélélé & Giovanella, 
e poi Gustavo López , Benni McCarthy, Juanfran, Mazinho, l’israeliano Haim Revivo… Il modulo attuale è senza dubbio meno spettacolare e più improntato all’equilibrio, con l’interessante adattamento a centrale difensivo del mediano Jonathan Vila, uno dei tanti canterani su cui i ‘Celestes’ hanno costruito 
la propria ossatura.

Lo scorso 16 ottobre è arrivato anche il primo gol tra i professionisti
per Hugo Mallo Novegil, freddo nel finalizzare una sgroppata sulla fascia con un comodo destro ad incrociare nell’angolo basso di Diego Mariño, estremo difensore del Villarreal B (2-2 il risultato al novantesimo), sfruttando al 79’ l’assist col contagiri del solito Trashorras. Le immancabili sirene dei grandi club cominciano a farsi sempre più insistenti nella sessione invernale del calciomercato, quando il suo nome viene accostato ora allo stesso Villarreal, ora all’Atlético Madrid, con un Valencia alla ricerca di un sostituto di Miguel 
e addirittura il Real Madrid intenti a far sondaggi sul costo del cartellino.
Si mobilitano anche osservatori d’Oltremanica per conto del Chelsea, incaricati di visionare lui e il promettente centrocampista Denís Suárez Fernández (classe 1994), il talento poi ingaggiato dal Manchester City appena un mese fa e di cui si dice un gran bene.

Nel frattempo Hugo è concentrato sul presente, impegnato a dare il massimo in campo nella Promoción de Ascenso a Primera División, i play-off 
che valgono il complicato accesso alla Liga e in corso di svolgimento.
Nella semifinale d’andata casalinga dell’8 giugno, il Celta Vigo ha piegato 
i meglio classificati giocatori del Granada CF grazie alla firma al 77’ del centrocampista Michu, e stasera proveranno a difendere con le unghie 
il prezioso vantaggio all’Estadio Nuevo Los Cármenes.

Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

martedì 7 giugno 2011

CONCACAF’s talents: Ulises Dávila (1991, Messico) & Joel Campbell (1992, Costa Rica)

In virtù della fragorosa esplosione di Javier Hernández Balcázar,
egregio protagonista nell’ottima stagione del Manchesterd United
versione 2010-2011, piegato solo dalle trame di gioco
di un meraviglioso Barcellona,
i riflettori del cosiddetto ‘calcio che conta’ sono sempre più decisi
nel puntare il proprio cono di luce sul mercato nord-centroamericano,
laddove è possibile scovare affari low-cost
ma verosimilmente redditizi sul mero aspetto tecnico.

Quest’oggi vogliamo presentare brevemente due possibili,
affascinanti scommesse per il futuro, entrambi ancora parecchio acerbi
rispetto all’esasperato tatticismo e al vigore agonistico
peculiari del calcio continentale, ma bravi in questi giorni
a farsi notare dalla consueta pletora di talent-scout,
assiepata sugli spalti nelle competizioni internazionali estive
in corso di svolgimento.




nome: ULISES ALEJANDRO
cognome: DÁVILA PLASCENCIA

data di nascita: 13 aprile 1991
luogo di nascita: Guadalajara
[Estado de Jalisco – MESSICO]

ruolo: ATTACCANTE
piede preferito: sinistro, calcia bene anche col destro

Altezza: 175 cm
Peso: 73 kg

Squadra attuale: CLUB DEPORTIVO GUADALAJARA CHIVAS
[Primera División de México]
Numero di maglia # 11



Al “Festival International Espoirs de Toulon et du Var – Under 20”, meglio noto come Torneo di Tolone 2011, una splendida azione individuale ha fatto sobbalzare sulla sedia gli increduli spettatori dello Stade du Ray di Nice: al cinquantasettesimo minuto di Ungheria-Messico (4 giugno, seconda giornata del Gruppo B), con il punteggio ancora inchiodato sullo 0-0, il guizzante capitano della ‘Tri’ ha conquistato palla a centrocampo ai danni di Tamás Tajthy, si è involato sull’out mancino tallonato dal disperato tentativo di recupero del numero dieci avversario Balázs Balogh, ha rifilato un tunnel in velocità al terzino destro Dávid Kálnoki Kis e si è accentrato puntando deciso verso la porta, lasciando poi partire un destro a giro dal limite dell’area di rigore che ha trafitto l’incolpevole estremo difensore magiaro Péter Gulácsi, in forza al Liverpool.

Una giocata da urlo, che ha strappato i convinti applausi del pubblico all’indirizzo del semisconosciuto autore, quell’Ulises Dávila che aveva già presentato il suo biglietto da visita appena due giorni prima allo Stade Perruc di Hyères nel match d’esordio contro i padroni di casa della Francia, acciuffando al 25’ il momentaneo pareggio grazie ad un bel gol di rapina, mirabile per rapidità d’esecuzione, firmato con un sinistro secco sul palo lontano dopo una grave indecisione della retroguardia transalpina. In quella circostanza, l’impetuosa reazione dei giovani ‘Galletti’, favoriti indiscussi per la vittoria finale nella manifestazione, aveva un po’ disorientato l’undici di coach Juan Carlos Chávez Zárate, incapace di porre un argine alle realizzazioni di Joseph-Monrose, Tafer e Benezet per un pesante rovescio finale (1-4).
Invece contro i magiari la musica è stata molto diversa, con il guizzante numero undici a trascinare i propri compagni e rivelarsi immarcabile per il povero Kálnoki Kis, spaesato anche in occasione di un altro numero ad effetto qualche minuto più tardi, con Dávila a saltarlo di giustezza grazie ad un agile ‘scavetto’ di destro per poi incrociare un po’ debolmente col piede opposto, permettendo al portiere di sventare la minaccia in uscita bassa. Il raddoppio messicano non si è però fatto attendere, concretizzandosi al 66’ a causa di uno sciagurato disimpegno di Balogh che ha spalancato la via della rete dinnanzi al centrocampista Carlos Emilio Orrantía, agevolando la comunque meritata vittoria della compagine nordamericana.

Una formazione che puo’ avvalersi delle prestazioni di talenti molto promettenti, non a caso trionfatori nel Premundial CONCACAF Sub-20 2011, tenutosi in Guatemala a cavallo tra il 28 marzo e il 10 aprile scorsi. Dávila è stato il top-scorer della squadra anche in quella circostanza con quattro realizzazioni, capace di siglare gol pesanti e decisivi ma anche 
di pregevole fattura sul lato squisitamente tecnico, un dettaglio
 che non guasta mai agli occhi degli appassionati di questo sport.
Dopo il comodo 3-0 rifilato ai pari-età cubani (firma inconsueta per il normolineo Ulises, che non fa certo del gioco aereo la sua dote principale: una zuccata sul palo lungo ad incrociare un cross al bacio di Diego Eduardo De Buen Juárez, centrocampista del Pumas), il Messico si è sbarazzato senza patemi di Trinidad and Tobago con un sonoro 5-0, sospinto dalla tripletta di Taufic Guarch e il duplice squillo di Alan Pulido Izaguirre. Liquidato il Canada nei quarti di finale (3-0), una magia del solito Dávila al quarto d’ora del primo tempo ha aperto le danze nel successivo turno contro Panama (4-1), un chirurgico destro a girare dai venticinque metri che si è andato a depositare morbidamente alle spalle di Kevin Melgar.

Ancor più rimarchevole il contributo assicurato quarantottore dopo, nell’atto conclusivo all’Estadio Nacional Mateo Flores; con Costa Rica in vantaggio 
a sorpresa al diciassettesimo grazie alla sgroppata di Joseph Martín Mora Cortés, è bastato un solo minuto ad Ulises per scongiurare la fuga avversaria con un sinistro di prima intenzione verso il palo più lontano su invito di Saúl Villalobos Gutiérrez, precedendo il gran tiro di controbalzo con cui Orrantía ha trafitto un disattento Mauricio José Vargas per il sorpasso. Il suggello sulla vittoria lo ha garantito ancora lo scatenato Dávila, soffiando letteralmente il pallone al collega di reparto Pulido per bucare ancora la rete avversaria e consegnare al suo Paese il tredicesimo alloro nella storia della competizione; la 'Tri' si è così guadagnata anche il diritto di partecipare ai Mondiali Under 20 Colombia 2011.

In ogni caso, è doveroso andarci piano con le facilonerie
 o i paragoni scomodi; rispetto al succitato ‘Chicharito’, 
Ulises Alejandro Dávila Plascencia condivide solo le stesse origini 
(Guadalajara, celeberrimo capoluogo dello stato di Jalisco, 
nella parte centroccidentale degli Estados Unidos Mexicanos) 
e il club di formazione. In particolare, più che un finalizzatore puro 
si puo’ considerare un attaccante esterno sgusciante e tecnico,
 trequartista all'occorrenza, a suo agio in campo aperto 
come vertice laterale di un tridente offensivo 
e con piede educato anche sui calci piazzati.
Rapidità d’esecuzione e spiccata attitudine nell’attaccare gli spazi 
sono le peculiarità che lo contraddistinguono maggiormente.

Durante la trafila nel Club Deportivo Guadalajara, si è tolto la soddisfazione di vincere il Campeonato Nacional Juvenil de Fuerzas Básicas nel luglio 2006 da match-winner nella decisiva sfida col Pachuca (1-0). Nella stessa indimenticabile annata, si rivela uno degli elementi fondamentali nello storico trionfo del suo amato club alla Manchester United Premier Cup, una sorta di ‘Mondiale per Club Under 15’. Dopo il pareggio all’esordio con l’Inter di Mattia Destro (1-1 – terzo posto finale per i nerazzurri), uno splendido cammino senza sconfitte porta i giovani ragazzini messicani a sbarazzarsi in sequenza di Orlando Pirates, Bulleen Lions, FC Brussels, i temibili brasiliani del Săo Paulo (2-1) e i nipponici Tokyo Verdy (1-0), prima di piegare con autorità le resistenze dell’Arsenal (2-1, reti manco a dirlo di Dávila e Paredes) ed alzare nel cielo albionico il prestigioso trofeo per quella che è al momento l’unica volta di una rappresentante del Messico.

Tre anni più tardi (29 agosto 2009) è arrivato il suo esordio
in Prima Squadra, in occasione del match casalingo valevole per la sesta giornata del Torneo Apertura con il Pachuca. Sotto di un gol (1-2) a causa di un brutto errore dell’estremo difensore Luis Ernesto Michel proprio allo scadere della prima frazione, il mister decide di sostituire Mario Humberto De Luna Saucedo per buttare nella mischia il suo giovane attaccante di riserva al sessantesimo minuto, con l’idea di avanzare decisamente il baricentro tattico e dare man forte alle folate della coppia offensiva Chicharito Hernández-Omar Bravo. Un rigore procurato dal primo e trasformato dal secondo regalerà il sospirato pareggio ai padroni di casa, mentre il debutto di Ulises si segnala 
per impegno e personalità.

Ad oggi, il suo utilizzo è ancora parecchio centellinato dall’allenatore José Luis Real Casillas, concentrato soprattutto nella gestione dell’altro talento della squadra Érick 'El Cubo' Torres, potenziale ‘craque’ classe 1993.
In attesa di maggiori spazi nel proprio club, la vittoria ottenuta ieri contro la Cina (2-1, David Izazola su rigore e Diego Reyes i marcatori) permetterà a Ulises Dávila e allo stesso Torres di continuare la marcia nel Tolone 2011, sfidando dopodomani allo Stade Mayol la forte Colombia di Edwin Cardona in semifinale; a seguire, gli Azzurrini di Ciro Ferrara proveranno a sovvertire il pronostico sfavorevole contro i ‘Blues’.


nome: JOEL NATHANIEL
cognome: CAMPBELL SAMUELS

data di nascita: 26 giugno 1992
luogo di nascita: San Rafael Abajo
[Cantón Desamparados,
Provincia de San JoséCOSTA RICA]

ruolo: ATTACCANTE
piede preferito: sinistro

Altezza: 178 cm
Peso: 72 kg

Squadra attuale: DEPORTIVO SAPRISSA S.A.D.
[UNAFUT, Unión de Clubes de Fútbol
de la Primera División – Costa Rica]
Numero di maglia # 36


La scorsa notte è arrivato il primo gol in Nazionale Maggiore per lo sfrontato Joel Campbell, a tre settimane esatte ormai dal tagliare il traguardo dei suoi diciannove anni d’età. Nel match inaugurale dell’undicesima edizione della CONCACAF Gold Cup, organizzata quest’anno dagli Stati Uniti d’America, Costa Rica ha rispettato ampiamente i pronostici seppellendo i malcapitati ‘Leones del Caribe’ cubani con un netto 5-0, facendo scempio della rivedibile fase difensiva degli uomini allenati da Raúl Valentín González Triana. Sicuro che la doppietta del “russo” Marco Ureña e le realizzazioni di Álvaro Saborío e Heiner Mora avessero messo al sicuro il punteggio in soli quarantasette minuti di gioco, coach Ricardo Antonio La Volpe Guarchoni ha deciso di concedere la standing ovation proprio al suo bomber dell’ultim’ora, attualmente in forza al FK Kuban Krasnodar e precettato in extremis per sopperire all’infortunio muscolare occorso a Bryan Ruiz (la punta di diamante dei ‘Ticos’) per lasciar spazio al giovanissimo Joel, un’altra delle sorprese assolute nelle convocazioni.


Il ragazzo non ci ha messo molto a smentire l’inevitabile scetticismo degli addetti ai lavori, increduli a dir poco nel vederlo confrontarsi in un torneo così importante senza poter contare neanche su un minutaggio adeguato nel proprio club d’appartenenza: entrato in campo da un quarto d’ora, ha bruciato il marcatore diretto sulla fascia sinistra per premiare la generosa cavalcata sul lato opposto del compagno Mora, bravissimo a saltare il portiere in uscita e crossare in area di rigore, laddove un sinistro al volo ad incrociare dell’accorrente Campbell si è insaccato all’incrocio dei pali e nonostante il vano sforzo di rientrare in porta dell’esperto Odelín Molina.

Un esordio da incorniciare per il ragazzo, non c’è che dire; appena sette giorni prima era sceso in campo al La Sabana Stadium di San José per difendere i colori de ‘La Sele’ Under 23 in amichevole contro la Nigeria Olimpica di Austin Eguavoen, sconfitta clamorosamente 1-0 dal pallonetto di Diego Madrigal che ha fomentato ancor di più l’entusiasmo contagioso degli spettatori costaricensi.

Tutto sommato per Joel Nathaniel Campbell Samuels è ormai consuetudine bruciare le tappe; lo scorso inverno il suo nome era circolato con insistenza nelle cronache di mercato, quando il quotidiano ‘Al Día’ aveva svelato l’interesse nei suoi confronti riservato da alcune società italiane come Parma, Genoa, Sampdoria e il Chievo del sempre illuminato DS Giovanni Sartori. Soprannominato in maniera decisamente esagerata il nuovo Eto’o (…),
il prospetto nativo di San Rafael Abajo è un attaccante mobile dal bagaglio tecnico piuttosto completo, capace di sfruttare il suo naturale atletismo lungo tutto il fronte offensivo, esplosivo in progressione ed efficace nel creare la superiorità numerica sia per i compagni che per sé stesso, grazie ad un invidiabile fiuto per il gol che spesso si traduce in tiri secchi e precisi verso lo specchio della porta.

La prima vetrina internazionale in cui si era messo in luce risale a due anni fa, quando fu titolare indiscusso della Nazionale Under 17 partecipante al Mondiale di categoria di Nigeria 2009. Purtroppo, le sciagurate esibizioni e l’inadeguatezza di alcuni elementi (specie nell’ “emozionante” retroguardia Tricolor…) condannarono Costa Rica ad una comparsata dagli scarsi risvolti agonistici, per quanto Joel fosse comunque riuscito a bagnare il suo esordio con un gol di astuzia ai danni della Nuova Zelanda (1-1), presentandosi beffardamente al cospetto dell’estremo difensore Coey Turipa a seguito di uno scontro ai limiti del comico tra gli ‘All Whites’ Adam Thomas e Josh Morrison. La successiva doppia disfatta contro Turchia (1-4, tap-in a porta sguarnita del compagno Jonathan Moya dopo un clamoroso palo colpito dallo stesso Campbell) e Burkina Faso (altro pesante 1-4) relegarono mestamente la formazione del CT Juan Diego Samuel a fanalino di coda del Gruppo D,
ma le anarchiche serpentine di quell’ignoto numero undici avevano appena conquistato i loro primi estimatori.

Sorte ben diversa nel Premundial CONCACAF Sub-20 di Guatemala 2011 della scorsa primavera, laddove i giovani ‘Ticos’ si sono arrampicati sino alla finalissima,arrendendosi solo alla superiorità dei pari-età messicani.
Autentico mattatore della competizione si è rivelato essere proprio Joel Campbell, capocannoniere con 6 reti (su cinque presenze complessive) e sulle spalle stavolta il più suggestivo numero dieci. Il debutto all’Estadio Cementos Progreso contro Guadeloupe è stato subito chiarificatore rispetto alle capacità del ragazzo: fuga sulla destra e dribbling di tacco per disorientare il capitano avversario Mathieu Rhoda ed indirizzare col mancino a giro il pallone sul secondo palo, e cinque minuti dopo un penalty a spiazzare con relativa facilità il portiere Kevin Anselme.

Autore di un’altra ottima prestazione nell’impegno successivo (3-0 al Canada: punizione a giro dal limite infilata all’incrocio dei pali e consueta fuga sull’out esterno con tacco a rientrare ed assist per smarcare a porta vuota il rimorchio dell’accorrente Mynor Escoe), il funambolo costaricense si scatena letteralmente nei quarti di finale, inaugurando un’irresistibile rimonta contro l’illusorio vantaggio di Cuba. Dopo essersi procurato e aver trasformato il rigore del pareggio, chiude definitivamente i conti al 58’ eludendo l’intervento in copertura di due avversari con un bel dribbling secco col piede preferito per poi liberare un potente destro ad incrociare, insaccando poi a tempo quasi scaduto la sua personale tripletta alle spalle dello sfortunato Odisnel Cooper Despaigne, ponendo in calce la sua prepotente firma su un 6-1 che non ammette repliche. Nonostante la succitata vittoria del Messico, oltre alla piazza d’onore Costa Rica si è guadagnata il diritto di disputare i XVI Pan American Games - Guadalajara 2011 (ottobre prossimo) e soprattutto l’ennesima partecipazione al prestigioso palcoscenico del Campionato Mondiale Under 20 – Colombia 2011 (29 luglio – 20 agosto),
la decima nella storia della Selección.

Per quanto concerne la sua carriera nei club,
il promettente Joel Campbell è appena rientrato al Deportivo Saprissa
dopo una breve parentesi in prestito al Puntarenas Fútbol Club;
la sua prima apparizione tra i professionisti con la maglia
del ‘Monstruo Morado’ risale al 3 luglio 2008,
una settimana dopo aver compiuto sedici anni.

Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

sabato 4 giugno 2011

Calciomercato: DEDÉ ANDERSON VITAL DA SILVA (1988) - BRASILE



nome: 'DEDÉ' ANDERSON
cognome: VITAL DA SILVA

data di nascita: 1 luglio 1988
luogo di nascita: Volta Redonda
[Vale do Paraíba Fluminense /
Estado do Rio de Janeiro - BRASILE]

ruolo: DIFENSORE CENTRALE
piede preferito: destro

Altezza: 193 cm
Peso: 87 kg

Squadra attuale: CLUB DE REGATAS VASCO DA GAMA
[Campeonato Brasileiro Série A]
Numero di maglia # 26


Con la conquista della Coppa Italia da parte dell’Inter di Leonardo ai danni 

di un indomito Palermo, si è conclusa ufficialmente la stagione calcistica 2010/2011, inaugurando contemporaneamente l’apertura delle danze per quanto concerne il calciomercato, le cui notizie ci terranno compagnia sotto l’ombrellone nei prossimi mesi, colmando l’inevitabile astinenza che ogni appassionato di questo sport naturalmente soffre nel periodo estivo.
Tra affari low-cost e la solita pioggia di assegni ultra-milionari, volti noti 
e carneadi di dubbia provenienza, presunte “bombe” ed inaspettati flop, 
ci permettiamo di segnalare un nome poco altisonante, magari incapace 
di scatenare entusiasmo o aspettative eccessive nel volubile cuore 
del ‘tifoso medio’, ma che potrebbe costituire un valido puntello per le 
retroguardie della nostra Serie A, invero un po’ fragili negli ultimi tempi: 
si tratta di Anderson Vital da Silva, detto Dedé, giovane centrale 
difensivo brasiliano, classe 1988, in forza al Vasco da Gama.

Concittadino di Felipe Melo, diversamente dal sopravvalutato mediano portato in pompa magna alla Juventus dal non avvedutissimo Alessio Secco appena ventiquattro mesi fa (uno dei peggiori acquisti degli ultimi anni, relativamente al rapporto qualità/prezzo), questo gigante della terza linea sembra possa garantire una maggiore solidità mentale, senza trascurare il fatto che un suo eventuale ingaggio rappresenterebbe una scommessa rischiosa ma tutto sommato poco impegnativa sul mero piano economico; in buona sostanza
andrebbe bloccato adesso, prima che il prezzo arrivi a sfiorare vette esagerate,
dato che a nostro modesto avviso il giocatore è destinato ad entrare presto 
nel giro delle convocazioni di Mano Menezes per rinforzare la Seleção.

L’aggettivo “rischiosa” va però sottolineato, e tenuto debitamente 
in considerazione: dopo aver disputato un ottimo Brasileirão 2010, tanto 
da farsi notare dagli osservatori di diverse squadre del Vecchio Continente, 
le prestazioni altalenanti fornite nel Campeonato Carioca 2011 hanno 
un po’ raffreddato gli entusiasmi iniziali sul suo conto. Assente nella doppia sconfitta contro Resende e Nova Iguaçu, il suo esordio personale con il Boavista è stato oggettivamente disastroso (1-3 il 27 gennaio: impacciato e statico lungo tutta la durata del match, poco reattivo nei riflessi e inguardabile soprattutto nella blanda “marcatura” riservata al non certo irresistibile attaccante argentino Carlos Esteban Frontini). A seguito della quarta battuta d’arresto consecutiva con il Flamengo (1-2, tre giorni più tardi), il suo rendimento è cominciato piano piano a progredire, in contemporanea con la veemente reazione della sua squadra, capace di trovare una condizione fisica accettabile per risalire la china e riacciuffare per i capelli una situazione sportivamente drammatica, arrivando addirittura a vincere il Gruppo A 
della Taça Rio dopo il deludente quinto posto nella Taça Guanabara
In queste quindici partite complessive, Dedé ha contribuito al crescendo rossiniano del ‘Gigante da Colina' bianconero con dodici presenze e un apprezzabile bottino di tre gol messo insieme nelle vittorie su Americano FC (3-0, 6 febbraio: stacco imperioso su calcio d’angolo), Duque de Caxias 
(4-2, 9 marzo: una bella punizione a giro dal limite dell’area) e Bangu 
(4-0 il 3 aprile: risultato sbloccato al 43’ di destro, su assist smarcante dell’esperto compagno Felipe Jorge Loureiro).

Giunto in semifinale sulle ali dell’entusiasmo, 'O Bacalhau' di Rio de Janeiro 
si è sbarazzato agevolmente dell’Olaria grazie alla firma di Éder Luís 
al trentasettesimo minuto del primo tempo. La prestigiosa finale contro 
il Flamengo di Ronaldinho, Thiago Neves e Deivid, però, ha riservato un amaro epilogo agli uomini di coach Ricardo Gomes: dopo lo 0-0 al triplice fischio arbitrale, gli sciagurati errori dagli undici metri di Bernardo,
Fellipe Bastos ed Élton hanno consentito al Mengão di centrare 
il trentaduesimo successo statale della propria storia, una squadra a cui evidentemente la lotteria dei rigori porta fortuna, dato che non conosce sconfitta da sette partite consecutive (l’ultimo team capace di vincere ai penalty contro i Rubro-Negros è stato il Santos nell’ormai lontano 2004). Arriva una piccola consolazione a livello personale: il premio come 
“Melhor Zagueiro do Campeonato Carioca pelo lado direito” 
è tutto suo, a riscattare un inverno parecchio deludente.


D’altronde Dedé è abituato agli alti e bassi nella sua ancor breve carriera, e non si è mai fatto pregare quando ha dovuto reagire ai pregiudizi o alle errate convinzioni sul proprio conto. Cresciuto nell’ ‘escolinha de futebol’ della Sociedade Esportiva Aliança, nel 2005 è approdato al Volta Redonda, con cui ha avuto un rapporto di amore/odio. Fiero di vestire i colori della propria città natale, dopo un periodo controverso alla Fluminense (2006) 
ed il ritorno alla base in cui sono arrivati gli allenamenti con la Prima Squadra del ‘Voltaço’, una spiacevole incomprensione con il presidente Rogério Loureiro ha frenato il suo promettente inserimento nei ‘Tricolor-de-Aço’
Il vulcanico patron, infatti, lo ha accusato senza mezzi termini di aver violato 
un coprifuoco notturno per partecipare ad un non meglio specificato party, minacciando l’esclusione del proprio tesserato dalla rosa per inadempienze disciplinari ed il conseguente scarso impegno nei training-camp.
In realtà, il caso si è sgonfiato dopo soli due giorni, con tanto di scuse 
del Consiglio d’Amministrazione societario verso l’incolpevole giocatore, 
a dir poco sorpreso dalle esternazioni denigratorie del massimo dirigente.
Verosimilmente, sull'antipatico episodio ha influito l'etichetta di "ribelle" che gli era stata affibbiata nei sette mesi al 'Fluzão', in cui la nostalgia per i propri affetti spinse l'ancora immaturo lungagnone a scappare verso casa alla vigilia di un match di cartello, con inevitabile licenziamento coatto dai Tricolor
e compromettendone la prima opportunità nel calcio che conta.

Chiusa questa spiacevole parentesi e costretto a scendere di categoria 
per rivestire nuovamente la maglia giallonera, il ragazzo ha finalmente avuto modo di esordire, appena ventenne, nel Carioca 2008, riuscendo a calcare 
il campo in sedici occasioni e a timbrare il tabellino dei marcatori in tre di queste. Il suo rendimento promettente, che ha spinto alcuni addetti ai lavori 
a paragonarlo a Júnior Baiano, non passa inosservato, e così in quella stessa estate sbarca in Italia per sostenere un provino con l’Udinese, società lungimirante come poche quando si tratta di scovare talenti in giro 
per il globo. Nonostante le referenze e le impressioni non siano affatto negative, i friulani decidono di abbandonare la pista su questo acerbo prospetto ancora da sgrezzare, anche a causa della questione inerente 
il passaporto (un ostacolo da tener presente ancor’oggi, nel caso in cui non venga accettato il documento proposto dalla Lega Serie A lo scorso 29 aprile per ritornare a due posti extra-comunitari per squadra e adottare 
il Trattato di Cotonou).

Nella stagione seguente il bottino non è del tutto dissimile
(13 presenze / 2 gol), con prestazioni sempre più autoritarie
che lo impongono all’attenzione generale come uno dei più futuribili 
‘zagueiros’ carioca. Malgrado le avances di Santos e Flamengo, 
il Vasco da Gama brucia tutti sul tempo e si assicura il suo cartellino 
con quello del compagno Robert Brito Luciano ‘Robinho’, attualmente 
in forza all’Al Sharjah SC, nei lontani Emirati Arabi Uniti. Dedé vive 
un’annata di adattamento alla nuova realtà insieme al potenziale 
craque’ interista Philippe Coutinho nella Série B 2009
letteralmente dominata dall’ ‘Expresso da Vitória’ (22 vittorie, 
10 pareggi ed appena 6 sconfitte), capace di ritornare nella massima 
divisone dopo una sola stagione di assenza; solo cinque le presenze 
per il possente difensore, tre da subentrante e titolare per le ultime 
due giornate nell’undici schierato dall’allenatore Dorival Júnior
(doppia battuta d'arresto: 0-1 dalla Portuguesa all'Estádio São Januário
e 0-2 sul campo dell'Ipatinga tra il 21 ed il 28 novembre 2009).

Ma il riscatto personale arriverà presto, con il 2010 che rappresenta l’anno della definitiva consacrazione per Anderson Vital da Silva, leader indiscusso della retroguardia del Vasco per tutti i protagonisti del vorticoso valzer 
che si scatena in panchina, laddove si alternano tra marzo e giugno ben quattro direzioni tecniche differenti (Vágner Mancini, Gaúcho, Celso Roth
e PC Gusmão). C’è una partita in particolare che ha cambiato il suo destino:
finito nel dimenticatoio durante il Carioca 2010 (dieci minuti scarsi giocati, partendo come sempre dalla panchina), in occasione della sfida di ritorno contro il temuto EC Vitória, vincitore 2-0 all’andata nei quarti di finale della Copa do Brasil, la contemporanea emergenza-infortuni convince finalmente l’allenatore a dargli fiducia. Il ragazzo coglie al volo l’occasione e sfodera una prestazione-monstre, denotando una personalità ed una lucida sfrontatezza che gli fanno finalmente sovvertire le gerarchie consolidatesi; il 3-1 finale 
non basta ad ottenere la sospirata qualificazione, ma da quel 5 maggio 2010 
in poi la retroguardia bianconera ha trovato un nuovo padrone.


Centrale solido ed efficace, tranquillo nelle chiusure al cospetto degli avanti avversari e pulito negli interventi sul pallone nonostante la notevole stazza fisica (solo quattro le ammonizioni in campionato), Dedé si rivela affidabile 
e disciplinato, puntuale nell’anticipo e poderoso nell’incedere, con una velocità insospettabile nel breve e con pochi imbarazzi in fase di impostazione.
La calma olimpica che traspare dal rettangolo verde è la stessa che i compagni gli riconoscono al di fuori, decantando le doti di un ragazzo serio, amichevole e alla mano, ben lontano dall’immagine “notturna e sregolata” che alcuni sospettavano ai tempi del Volta Redonda. Insomma un professionista senza fronzoli, magari poco appariscente in alcune fasi di gioco, ma che bada al sodo in campo e nella vita. I margini di miglioramento e i limiti su cui lavorare sono evidenti, ma la maturità tecnico-tattica già raggiunta in una sola stagione effettiva da titolare non è affatto da disprezzare…

Idolo incontrastato della torçida locale, che gli ha cucito addosso impegnativi soprannomi come “O Mito” e “O iLustre”, il numero 26 cruzmaltino gioca trentasei convincenti partite, corredate da tre assist e come ciliegina un gol all’ultima giornata nel 2-0 al Ceará Sporting Club, incornando di giustezza un calcio d’angolo battuto dalla destra. A fine stagione arriva una meritata sfilza di riconoscimenti individuali: ‘Troféu Armando Nogueira’, assegnato da Rede Globo come Miglior Difensore del Campionato, ‘Prêmio Craque do Brasileirão’ come ‘Melhor Zagueiro’ insieme al ben più celebre João Miranda nella Top-11 ideale della CBF e secondo posto assoluto nel ‘Troféu Craque da Galera 2010’, davanti a Bruno César Zanaki del Corinthians 
e preceduto solo dall’argentino Darío Leonardo Conca, l'ondivago trequartista laureatosi campione nazionale con la maglia della Fluminense.

Le sirene europee iniziano a farsi più insistenti nel 2011, con il Benfica 
che pensa seriamente ad ingaggiarlo in sostituzione del connazionale 
David Luiz, volato Oltremanica per vestire i colori del Chelsea.
Anche il Genoa di Enrico Preziosi compie alcuni passi nella sua direzione, spingendo addirittura alcuni organi di stampa a dare per certo il suo approdo in rossoblu. In realtà, pare che la trattativa si sia arenata sui costi, con un’operazione che si aggirerebbe sui quattro milioni di euro ma con il club ligure intenzionato a spendere una cifra inferiore. Per gettare acqua sul fuoco del consueto battage mediatico, pronto ad auto-alimentarsi sulla base di non meglio chiariti avvenimenti, uno dei rappresentanti del calciatore (facente parte della società “Ability”) ha smentito tutte le affrettate certezze ipotizzate sul futuro del suo assistito, confermando allo stesso tempo la notizia di sondaggi da parte di club italiani, tedeschi e spagnoli, con Tottenham e un paio di società russe alla finestra in attesa di sviluppi. Sarà tutto vero?...

In attesa di chiarimenti, dopo il contradditorio torneo Carioca 2011
il Vasco da Gama ha centrato a sorpresa la finale nella Copa do Brasil, guadagnandosi l’opportunità di vincere il trofeo per la prima volta nella sua gloriosa storia. Lungo questo esaltante cammino, Dedé ha assicurato la solita disinvoltura nell’interpretazione del proprio ruolo, andando anche in gol 
nel netto 3-0 con cui è stato regolato lo scorso 13 aprile il Náutico a domicilio negli ottavi, sbloccando il punteggio con uno dei suoi celebri stacchi aerei 
su corner battuto dalla sinistra, alla mezz’ora della prima frazione.
La firma dell’attaccante Alecsandro ha invece deciso la sfida d’andata casalinga contro il Coritiba; la settimana prossima, basterà un pareggio all’Estádio Couto Pereira per alzare al cielo il prestigioso alloro nazionale.

Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'