sabato 6 novembre 2010

La Masia: DAVID BABUNSKI (1994) - Macedonia


nome: DAVID
cognome: BABUNSKI
 data di nascita: 1 marzo 1994
luogo di nascita: Skopje (Скопје, FYROM MACEDONIA)

ruolo: centrocampista centrale,
puo’ giocare come mezz’ala destra e trequartista

piede preferito: destro

squadra attuale: Barcellona – Juvenil B - (Liga - Spagna)
numero di maglia # 14

Alevìn (ALLIEVI) – UDA Gramenet (Santa Coloma de Gramenet)
2006-2007 – BARCELLONA INFANTIL B – all. Sergi Domenech Berengué
2007-2008 - BARCELLONA INFANTIL A – all. Francesc Sánchez Bas
2008-2009 – BARCELLONA CADETE B - all. Francesc Sánchez Bas
2009-2010 – BARCELLONA CADETE A - all. Francesc Sánchez Bas
2010-2011 – BARCELLONA JUVENIL B – all. Sergi Barjuan Esclusa



“Més Que Un Club”: il motto del FC Barcellona,
scritto a caratteri cubitali sulle gradinate del Camp Nou
a mo’ di imperituro promemoria scolpito nel tempo,
è una dichiarazione già piuttosto eloquente.


E’ innegabile che i blaugrana rappresentino un modello invidiato da decadi, ancor di più alla luce dei successi ottenuti negli ultimi vent’anni con la conquista delle prime tre Coppe dei Campioni in un secolo di storia (la “doppietta” tra il 2006 e il 2009 dopo il primo, indimenticabile alloro, acciuffato ai supplementari nel 1992 grazie ad un missile su punizione di “Rambo” Koeman contro la sfortunata Sampdoria targata Vialli-Mancini).

Ancor più certo che gli ultimi trionfi della nazionale spagnola,

Campione d’Europa e del Mondo in un biennio da leggenda,
siano “figli naturali” di un lavoro in prospettiva che viene da lontano, soprattutto dall’efficienza delle famose ‘canteras’, che setacciano la penisola iberica in lungo e largo alla ricerca di giovani talenti da far crescere gradualmente, ponendo le basi di un investimento mirato al futuro più immediato possibile; in questo contesto, il Barcellona rappresenta da almeno trent’anni un prodigio d’eccellenza, potendo pescare nel vasto bacino della Comunidad Autónoma de Cataluña.

Queste comprensibili motivazioni rendono la provenienza dalla Escola FCB un’autentica “patente di qualità”, dal peso specifico inestimabile per qualsiasi operatore di mercato: non ci sorprende più di tanto, dunque, che l’osservatore del Napoli Leonardo Mantovani si sia letteralmente invaghito delle qualità tecniche e del tocco felpato di un centrocampista offensivo macedone militante nella Juvenil B blaugrana, David Babunski, nonostante si tratti di un sedicenne completamente da formare sul piano fisico per ovvie questioni anagrafiche. Il lungimirante scout se ne intende di novellini provenienti dall’Est Europa: grazie all’illuminata segnalazione di Maurizio Micheli (attuale responsabile del settore scouting partenopeo), i due riuscirono a portare a Brescia nel 2004 uno sconosciuto diciassettenne slovacco dopo sole sei presenze nella prima squadra dello Slovan Bratislava, un certo Marek Hamšík
Ma come è arrivato un ragazzino dalla Macedonia a La Masia,
una delle scuole-calcio più ambite e prestigiose al mondo?

Risposta semplice: David è il figlio di Boban Babunski, attuale selezionatore dell’Under 21 macedone e in passato buon difensore (nato nel 1968, si è ritirato dall’attività agonistica nel 2008) in giro per il mondo tra Bulgaria (CSKA Sofia), Giappone (Gamba Osaka), Grecia (AEK Atene), Germania (Chemnitzer FC) e appunto Spagna in due intervalli diversi (tra il 1994 e il 1996 all’Unió Esportiva Lleida e nel 1999-2000 al CD Logroñés), con nel curriculum 3 presenze nella vecchia nazionale della Jugoslavia e 23 gettoni

(1 gol) con la neonata selezione macedone a cavallo tra il 1993 e il 2000.

Il ragazzo è nato proprio nell’anno (1994) in cui il padre arrivò per la prima volta sul suolo iberico, acquistato da quell’UE Lleida appena retrocesso in Segunda División e che fallì per un soffio la pronta risalita nella Liga, perdendo i play-off ’95 a vantaggio dello Sporting de Gijón. Innamoratosi letteralmente della Catalogna, Babunski decise di far crescere lì il figlio, proponendolo alle vicine associazioni calcistiche locali; David fu accolto con gioia e svolse il suo apprendistato nell’Alevìn (allievi) dell’UDA Gramenet, club della cittadina di Santa Coloma de Gramenet e allora come oggi militante in Segunda División B.

Nella primavera del 2006 fu notato dai sempre accorti osservatori del Barça, che furono colpiti dalla spiccata personalità messa in campo con i suoi coetanei, i quali gli riconoscevano una leadership naturale nonostante avesse appena dodici anni.

Fu presto aggregato all’Infantil B del Barcellona, guidata dall’allenatore Sergi Domenech Berengué. L’anno successivo, nella categoria d’età superiore trovò la sapiente guida di Francesc Sánchez Bas, che lo ha avuto a disposizione tra il 2007 e il 2010 e puo’ dunque descrivercelo meglio di chiunque altro:


“David Babunski è un giocatore che si inserisce perfettamente
nello stile e nella filosofia del club.
E’ un ragazzo molto creativo,
dal bagaglio tecnico davvero interessante,
un virtuoso con la palla:
sa creare palle-gol per gli attaccanti con apparente facilità". 

In effetti, lungo il percorso della sua trafila nella cantera blaugrana, David si è disimpegnato egregiamente come centrocampista; più che nella finalizzazione, il suo principale apporto tattico va ricercato proprio nella capacità di giocare in funzione dei compagni, grazie ad un’ottima visione di gioco e una tecnica parecchio raffinata.

L’anno scorso ha contribuito con tre gol alla ennesima, straordinaria stagione della Cadete A, che nelle prime 27 partite ha totalizzato altrettante vittorie, con 122 gol fatti e solo 10 reti subite!

Nel canonico 4-3-3, marchio di fabbrica “made in Barça”, Babunski si schierava come mezz’ala destra nella mediana a tre, con l’ottimo Pol Calvet (o Fernando Quesada Gallardo 'Nando') riferimento centrale “alla Xavi”, e Jon Miquel Toral Harper o il più offensivo Roberto Alarcón González ad alternarsi sul centro-sinistra; il tridente era prevalentemente composto da Jean Marie Dongou Tsafack, Cristian Herrera Fontanella e Mamadou Sylla, con le preziose alternative Alain Richard Ebwelle (prospetto del Camerun), Pol Roigé Rodriguez e l’interessantissimo Gerard Deulofeu Lázaro, piccolo funambolo della prima linea.

In questo schieramento fisso il suo epigono è stato l’altro camerunense Olivier Moussima Ebongue, che lo ha sostituito nella parte iniziale della stagione, dato che Babunski aveva da recuperare un brutto infortunio che lo ha tenuto lontano dal rettangolo verde fino a novembre 2009.

Nonostante l’infanzia trascorsa in Spagna, 
il giovane David ha già le idee chiare sul suo futuro:

“Sono nato in Macedonia e sono fiero delle mie radici.
Per me sarebbe un onore giocare
con la maglia del mio Paese,
la stessa indossata da mio padre”. 

L’albanese Mensur Jakupi non aveva bisogno di sentire altre parole ed ha fatto il miglior regalo di compleanno possibile al gioiellino macedone, convocandolo nel marzo 2010 per la doppia amichevole dell’Under 17 contro la Slovenia e pochi giorni dopo aver compiuto sedici anni.

Le buone prestazioni fornite dall’emozionato David hanno convinto il CT a confermare il suo impiego anche nei match di questo settembre, valevoli per le qualificazioni alla Fase Elite degli Europei Under 17, che si terranno in Serbia nel 2011.

Con il numero 10 sulle spalle e giocando da titolare in tutte le tre partite e per tutti i 240 minuti complessivi (match da 80’), Babunski sembrava predicasse nel deserto, in una compagine di non eccelso livello tecnico-agonistico in cui poco hanno potuto anche l’attaccante dello Schalke 04 Viktor Angelov (capitano) e l’esterno destro Mumin Nurishi della Triestina.

Dopo l’incoraggiante esordio con la Scozia del 17 settembre (sconfitta di misura 0-1 a causa di un gol allo scadere del difensore centrale Joseph Chalmers, ma dopo una bella prestazione complessiva), la Macedonia è crollata psicologicamente dopo l’1-3 subito dalla Svizzera, lasciando campo libero al comodo 0-3 del sorprendente Lussemburgo.

In questa nuova stagione, David Babunski è approdato al Barcellona Juvenil B, guidato dalla vecchia gloria blaugrana Sergi Barjuán i Esclusa, indimenticabile terzino fludificante sinistro che dalla Masia riuscì a diventare cardine della prima squadra tra il 1993 e il 2002, conquistando tre titoli nazionali, due Copa del Rey, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea.

Il suo biglietto da visita l’ha presentato il 5 settembre 2010, nella partita contro il Girona FC: un gol che ad alcuni cronisti spagnoli ha ricordato, magari con un “pizzico” di enfasi (…), quello siglato da Alessandro Del Piero nella magica notte di Dortmund che portò l’Italia 

alla finale di Berlino 2006.

Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

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